E per colazione? Il pelo nell'uovo!

Lord Bonold vi racconta la colazione delle migliori strutture ricettive d'Italia. 

 


È risaputo: la colazione è il pasto più importante della giornata. E a maggior ragione quando si è in vacanza. La prima colazione rappresenta infatti il momento ideale per 'fare il pieno' di tutti quegli elementi nutritivi che serviranno poi per affrontare al meglio la giornata: MAI visitare musei, gallerie, monumenti e chiese senza aver prima ricaricato al massimo - oltre al telefono e alla macchina fotografica - anche voi stessi!

E cosa ci offrono per colazione le strutture ricettive italiane? Il vostro Lord Bonold lo ha chiesto alle eccellenze della ricettività italiana, ovvero a quelle strutture che godono della migliore reputazione online.

Dalle strutture delle Dolomiti fino a quelle della Sicilia, passando per quelle delle città d'arte e delle principali destinazioni balneari, questo post e la relativa infografica vi raccontano le risposte date dalle migliori strutture ricettive d'Italia.

Un primo interessante dato è rappresentato dal rapporto fra le colazioni continentali (con prevalenza di elementi dolci) e le cosiddette colazioni "all'inglese" (quelle con prevalenza di elementi salati quali uova, bacon, salsicce e formaggi).
Dal sondaggio condotto emerge che il 33% dei clienti delle strutture prese in esame, preferisce una colazione all'inglese. Ovvero: un cliente su tre sceglie di iniziare la giornata con alimenti salati.

Il dato non sorprende, soprattutto considerando quanto sostenuto dagli albergatori intervistati: il 71,43% di essi dichiara infatti che, generalmente, a pranzo e a cena i turisti stranieri amano sperimentare e scoprire i gusti della grande tradizione gastronomica italiana, ma colazione preferiscono mantenere le abitudini alimentari dei propri paesi d'origine. E non solo: il 52,38% dei gestori delle strutture incluse nel sondaggio sostiene che anche i turisti italiani, quando sono in vacanza, non disdegnano una colazione che includa anche elementi salati.


Chiedendo quali siano i cibi più consumati a colazione (dando la possibilità di indicarne cinque) si ottiene una TOP FIVE dei cibi più consumati a colazione. 
La frutta fresca è in testa, seguita dalle uova (elemento principe della colazione all'inglese). A scendere troviamo yogurt, brioches, torte, cereali, pane bianco, marmellate, pane integrale, formaggi, prosciutto, pancetta/bacon, miele, verdura, ricotta e salsicce.


Un dato interessante è rappresentato dal fatto che in tutte le strutture prese in esame vengono servite uova. Andando a chiedere quali siano le preparazioni più presenti nelle sale colazione si scopre che in tutti gli alberghi compresi nel campione si servano uova strapazzate. Seguono le uova sode, le uova à la coque e le frittate. In ultima posizione, con misero 28,57%, troviamo le uova alla Benedict (le preferite da Lord Bonold).



Spostando l'attenzione alle bevande calde, sul gradino più alto del podio troviamo il cappuccino, seguito dal caffè americano e dal .
E il caffè espresso?
Il simbolo della tradizione italiana, nero come la notte, dolce come l'amore e caldo come l'inferno, scivola in quarta posizione: poco più della metà delle strutture ricettive intervistate lo ha inserito nel novero delle tre bevande calde più consumate.


Nel campo delle bevande fredde a primeggiare sono le arance. L'agrume più amato dagli italiani occupa infatti ben due gradini del podio, con due diverse lavorazioni: spremuta d' arancia al primo posto e succo d'arancia al terzo. In seconda posizione si piazza invece l'esotico sapore del succo d'ananas.


Prendendo infine in esame il servizio di colazione in generale, l'indagine ha messo in luce come, nelle strutture italiane che godono della migliore reputazione, il personale di servizio sia sempre presente in sala durante la prima colazione: in nessuno fra gli alberghi presi in esame è contemplata una colazione interamente a buffet. Nella maggior parte dei casi (76,19%) il personale di servizio si affianca alla presenza del buffet. Nel 23,81% dei casi si registra invece una colazione interamente servita al tavolo.


I dati raccolti da questa indagine delineano una serie di standard qualitativi di alto livello, che contribuiscono all'ottima reputazione che accomuna tutte le strutture prese in esame.
Non a caso la maggior parte degli intervistati (80,95%) sostiene che la qualità della prima colazione contribuisce tantissimo alla buona nomea di un albergo.


I dati raccolti nel corso di questa indagine - riassunti nella seguente infografica - non solo delineano il profilo del servizio di prima colazione così come servito nelle strutture d'Italia più apprezzate dai viaggiatori, ma possono anche rappresentare spunti di miglioramento per tutte quelle strutture ricettive (alberghi, B&B e agriturismi) che volessero elevare gli standard qualitativi del proprio servizio, imitando le migliori strutture d'Italia.



La presente ricerca è stata presentata per la prima volta in occasione di EXPOVO 2016, evento dedicato all’allevamento delle galline ovaiole, alla produzione e al consumo delle uova.





Parco Giardino Sigurtà: l'incredibile storia di uno dei giardini più belli d'Italia, a pochi minuti dal Lago di Garda.


Avete presente il film di Massimo Troisi “Pensavo fosse amore, invece era un calesse”? Il fantasioso titolo della pellicola potrebbe essere capovolto per raccontare la storia della nascita del Parco Giardino Sigurtà: “Pensavo fosse un calesse, invece era un amore (di parco)”.



La storia recente del Parco Giardino Sigurtà inizia nell'aprile del 1941, quando Carlo Giuseppe Sigurtà, imprenditore farmaceutico, si trovava a Valeggio sul Mincio, a poca distanza dal Lago di Garda. Il paese – ancora oggi dominato dall'imponente presenza di un ponte visconteo risalente alla fine del '300 – era all'epoca celebre per la produzione di calessi, e proprio la necessità di acquistare un nuovo calesse spinse l'imprenditore in paese. Fu allora che a Carlo Sigurtà venne proposto di acquistare, oltre al calesse, anche un vasto fondo agricolo, di proprietà di Maria Paulon, moglie del medico condotto del luogo. Avvenne così che, per una cifra di 800mila lire (con un valore d'acquisto pari a 516mila odierni euro), il Carlo Giuseppe Sigurtà divenne proprietario di un vasto appezzamento di terreno, dell'estensione di 220mila metri quadri.

Il fondo aveva una storia antica: nel '400 era appartenuto ai Contarini, eminente famiglia della nobiltà Veneziana, per poi passare ai Guarienti ed infine ai Maffei, che ne mantennero la proprietà per oltre due secoli.

Nello specifico è alla famiglia Maffei che spetta il merito di aver iniziato a dare al parco la forma in cui lo vediamo oggi: nel 1693 il conte Canonico Antonio Maffei incaricò l'architetto Vincenzo Pellesina di costruire all'interno della proprietà una maestosa villa di ispirazione palladiana*. Lo stesso conte Maffei nel 1699 chiese e ottenne il privilegio di attingere acqua dal vicino fiume Mincio, che da Peschiera del Garda scorre verso Mantova, lambendo l'abitato di Valeggio. Grazie a questo prezioso diritto di irrigazione, rinnovato nel 1777, fu quindi possibile ampliare il piccolo giardino preesistente, trasformandolo fra Sette e Ottocento in un grande giardino all'inglese. E in perfetto stile romantico, nel XIX secolo, il giardino venne dotato di un piccolo tempietto in stile neo-gotico (noto come Eremo), di un Castelletto (originariamente adibito a sala d'armi) e di un Ninfeo (successivamente convertito a grotta votiva).

Con il passaggio di proprietà dai Maffei ai Nuvoloni (1836) iniziò una fase di lento declino dell'intera proprietà, che portò infine alla sua vendita, nel 1929, a Maria Paulon, moglie del medico condotto di Valeggio.

Quando, nel 1941 Giuseppe Carlo Sigurtà acquistò il fondo da Maria Paulon, quello che oggi appare come un magnifico parco era tuttavia diventato una vasta distesa arida. A segnare la rinascita del parco fu l'arrivo di una sanzione amministrativa: per pagare una multa di 15 lire (pari a 10 euro di oggi) il dottor Sigurtà scoprì che il fondo di cui era diventato proprietario vantava ancora l'antico diritto del 1699 di prelevare acqua dal Mincio, possibilità di cui i precedenti proprietari si erano dimenticati.

Grazie all'irrigazione prese quindi il via la rinascita del parco. Si iniziarono i recuperi dell'Eremo, del Castelletto e della Grotta, con il preciso scopo di mantenere le tracce originarie dello storico giardino ottocentesco voluto dai Maffei. Grazie alla passione di  Giuseppe Carlo Sigurtà, il giardino non solo fu abbellito, ma crebbe anche nelle dimensioni: dai 22 ettari originari raggiunse nel tempo le attuali dimensioni di 60 ettari.

Nel 1978 – anno di nascita del vostro Lord Bonold – il giardino venne aperto al pubblico. Da allora la fama del Parco Giardino Sigurtà è andata sempre più crescendo, varcando i confini nazionali. Sotto la guida del figlio adottivo di Carlo, Enzo Inga Sigurtà e dei nipoti Giuseppe e Magda, il parco ha ottenuto numerosissimi premi e riconoscimenti. Fra i più recenti vanno annoverati: il titolo di “Parco più bello di Italia” conseguito nel 2013, il titolo di secondo parco più bello d'Europa nel 2015 e il premio “La Fioritura Più Bella d'Italia - Tulipanomania” nel 2016.


Fra i luoghi del parco da non perdere:

  • Il Cimitero dei Cani, dove, attorno a un laghetto riposano i fedeli compagni della famiglia Sigurtà
  • L'Eremo: il tempietto in stile neo-gotico, voluto dalla famiglia Maffei, proprietaria del parco dal 1626 al 1836.
  • Il Monumento a Giuseppe Carlo Sigurtà, con l'imponente statua del fondatore del Parco Giardino realizzata dallo scultore  Dante Carpigiani (3,40 m di altezza).
  • Il Poggio degli Imperatori, scenografico promontorio dal quale nel 1859 si affacciarono Francesco Giuseppe d'Austria e Napoleone III.
  • La Meridiana Orizzontale, chiamata anche di Giuliatta e Romeo, deve il suo nome alla presenza di due cipressi che svettavano solitari sull'altura negli anni precedenti al recupero del parco, e che venivano affettuosamente chiamati con i nomi dei protagonisti del dramma shakespeariano.
  • La Grotta Votiva, l'antico Ninfeo del giardino maffeiano, convertito a luogo devozionale.
  • La Grande Quercia. Con un  tronco di 6 metri di circonferenza ed una chioma capace di coprire una superficie di circa 1000 metri quadri è l'albero più antico dell'intero Parco: quattrocento anni di storia. 
  •  Il Viale delle Rose. Con oltre 3000 piante di rose, nelle varietà Hybrid Polyantha, Floribunda e Queen Elizabeth (questa varietà venne creata nel 1954 in onore di Elisabetta II, incoronata l'anno precedente).
  • Il Grande Labirinto, inaugurato nel 2011, è stato realizzato su disegno del Conte Giuseppe Inga Sigurtà con la collaborazione di Adrian Fisher.  


Il Parco Giardino Sigurtà è aperto ai visitatori da Marzo a Novembre. Per informazioni http://www.sigurta.it/orari-prezzi

Per essere costantemente aggiornati sulle iniziative e sulle magifiche fioriture del Parco Giardino Sigurtà, potete seguire gli account Instragram del Parco e del suo proprietario attuale, il Conte Giuseppe Inga Sigurtà.

Il Parco è anche una perfetta location per eventi e matrimoni, e fra qualche mese anche io pateciperò ad un evento speciale in questa magnifica cornice. Seguitemi per scoprirne di più!









 
* NB: La Villa Maffei-Sigurtà, detta "della Quercia", non fa parte del Parco Giardino Sigurtà. Pur essendo in origine ad esso annessa, appartiene oggi ad un altro ramo della famiglia. L'attule proprietario è il Conte Carlos Ruiz-Berdejo y Sigurtà.




Per informazioni su tutte le attrattive di carattere storico, artistico, turistico e ambientale situate nell'area del Lago di Garda, consultate il sito www.lagodigardaveneto.com


https://www.lagodigardaveneto.com/index.cfm/it/
 

Gardaland: 10 consigli per godersi appieno il parco divertimenti N.1 in Italia.

Ve lo ricordate quel motivetto che faceva Gardaland, è il sogno di un bambino andare a Gardaland”? Se la risposta è sì, probabilmente avete già superato i trent'anni. E altrettanto probabilmente quel bambino che sognava di andare Gardaland è ancora vivo dentro di voi. Perfetta dimostrazione dell'esattezza della Teoria del Fanciullino di Giovanni Pascoli.

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Non c'è quindi da meravigliarsi che anche dentro il vostro Lord Bonold si nasconda un “Piccolo Lord” che, di tanto in tanto (in realtà abbastanza di sovente), ama concedersi momenti di svago. E quale miglior luogo di Gardaland, il parco divertimenti numero 1 in Italia, per dare libero sfogo al fanciullino?

Da sempre sono un affezionato del parco: abitando a meno di mezz'ora di strada, ogni estate mi concedo lo sfizio di un abbonamento stagionale. Posso anche vantare una specie di battesimo: anni fa mi capitò di cadere dentro una delle vasche collocate davanti all'attrazione precedentemente nota come “Valle dei Re” (ora “Ramses – il risveglio”).
Nei miei svariati anni di esperienza, ho maturato quindi un'approfondita conoscenza del parco, e sono qui a condividere con voi dieci consigli per godere appieno della vostra visita a Gardaland! 

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1 – Portate con voi il minor numero di oggetti possibile: in molte attrazioni vi verrà chiesto di lasciare borse e zaini all'ingresso, in depositi spesso incustoditi. Non è quindi consigliabile abbandonare portafogli, macchine fotografiche, telefoni, chiavi eccetera alla mercé di ogni avventore. A meno che non abbiate con voi l'amico fifone di turno, che preferendo non salire sulle attrazioni più adrenaliniche (e allora cosa è venuto a fare?) sarà automaticamente nominato “addetto al guardaroba”, il consiglio è quello di portare con sé un piccolo marsupio contenente il minimo indispensabile.

2 Ma come ti vesti? Evitate ciabatte, infradito e consimili: le perderete quasi sicuramente su attrazioni come Blu Tornado, Raptor e Oblivion. Sulle giostre acquatiche ci si bagna - c'è bisogno di dirlo? Evitate quindi capi d'abbigliamento troppo delicati e preferite tessuti leggeri che asciugano rapidamente. Ricordatevi però che nel parco è fatto divieto di circolare a torso nudo o con il top del costume da bagno.

3Il momento migliore per godersi il parco divertimenti è generalmente la domenica sera (in estate l'orario di apertura termina alle 23.00). La maggior parte dei turisti in villeggiatura sul lago di Garda tende infatti a rientrare a casa proprio la domenica sera. Se ne avete la possibilità, quindi, programmate le vostre serate al parco mentre gli altri sono già in autostrada.

4Controllate le previsioni del tempo (ed il calendario degli eventi sportivi). Un forte temporale estivo, soprattutto se nel bel mezzo del pomeriggio, convincerà molti visitatori ad abbandonare il parco. Approfittatene per godervi una bella serata a Gardaland, nella piacevole frescura serale post-temporale e con meno ressa.
Tenete d'occhio anche gli eventi sportivi. Qualsiasi partita di calcio Italia-Germania è una garanzia di scarsissima affluenza al parco. Se il calcio non vi interessa, approfittatene!

5 – Una visita serale potrebbe essere preferibile per una serie di motivi. In primis il biglietto costa meno. In seconda battuta il parco è generalmente meno affollato (ad una certa ora le famiglie con bambini tendono a collassare). Terzo, e non ultimo, Gardaland di sera è ancora più bello! Consiglio aggiuntivo: nel pianificare la vostra visita tenete conto dell'ora del tramonto. Quello è il momento migliore per salire sulla Flying Island (terrazza panoramica ruotante), per godere di un panorama indimenticabile a 360 gradi sul Lago di Garda al calar del sole.

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6Se il parco è affollato (e soprattutto in agosto lo è), valutate la possibilità di acquistare un pass salta fila. Ne esistono di vari tipi. Ma fate attenzione: per alcune tipologie la disponibilità giornaliera è limitata. Mentre tergiversate su “lo prendo o non lo prendo” potrebbero andare tutti esauriti. Siate quindi decisi!
Un altro strumento utilissimo è la app ufficiale di Gardaland, che vi permetterà di controllare in ogni momento i tempi di attesa delle singole attrazioni (questa funzione della app funziona solo all'interno del parco).

7 – Il parcheggio di Gardaland è a pagamento. Dalla stazione di Peschiera del Garda parte una navetta gratuita che collega la stazione al Parco: un'ottima soluzione non solo per chi arriva in treno, ma anche per chi soggiorna nella località gardesana. O per chi decidesse di lasciare la macchina a Peschiera e raggiungere Gardaland sfruttando la navetta gratuita.

8Scegliete oculatamente i vostri compagni d'avventura: Gardaland è un parco divertimenti per tutti i gusti, dove ognuno troverà facilmente attrazioni che possano soddisfare i propri desideri. Tuttavia se siete appassionati di rollercoaster e viaggiate con un gruppo di amici che soffrono tutti di vertigini... rassegnatevi già in partenza ad vedere molte delle vostre aspettative di divertimento disattese.

9 Non cercate di “fare tutto a tutti i costi”. Non è umanamente possibile (a meno di recarsi in visita al Parco più volte, sfruttando un abbonamento stagionale). Scegliete le attrazioni in base ai vostri gusti e alle vostre inclinazioni. Se viaggiate con amici con gusti diversi, anziché perdere tempo aspettandosi gli uni gli altri, stabilite una lista delle attrazioni che piacciono a tutti e quelle che interessano solo alcuni. Fatto ciò potrete decidere di rimanere tutti insieme fino a un certo orario, per poi dividervi, dando l'opportunità a ognuno di soddisfare i propri desideri.

10 Ce n'è per tutti i gusti. Non solo di giostre. Pizza, gelato, hot dog, hamburgher, kebab, mele caramellate, waffle, frutta ricoperta di cioccolata... dalle postazioni street food ai ristoranti a tema, le possibilità non mancano. Esistono anche zone per consumare il pranzo al sacco, ma prima di partire da casa decidete se siete disposti a girare per il parco con pesanti zaini e borse frigo piene di viveri e bevande, o se invece preferite godere dello spirito giocoso del parco anche con le papille gustative.

Ultima nota – e di carattere storiografico! : nel corso degli anni Gardaland è diventato sempre più grande. Per trovare una traccia delle varie fasi espansive del parco guardate i chiusini che coprono i tombini. Su ciascuno di essi troverete l'immagine di Prezzemolo, la mascotte di Gardaland. 
Dal momento che l'aspetto del drago è stato cambiato varie volte negli anni, potrete seguirne le evoluzioni, identificando facilmente il nucleo originario del parco e le successive espansioni.


Per informazioni su tutte le attrattive di carattere storico, artistico, turistico e ambientale situate nell'area del Lago di Garda, consultate il sito www.lagodigardaveneto.com
https://www.lagodigardaveneto.com/index.cfm/it/



"God Save the Queen": la Regina Elisabetta, dalla A alla Z.


Il 9 settembre 2015, ad un'ora imprecisata, Elisabetta II è diventata il Sovrano che nella storia ha portato la corona britannica più a lungo di ogni suo predecessore. Per celebrare il lieto evento, ecco 26 curiosità legate alla Regina… una per ogni lettera dell’alfabeto.





A, come Anthem (inno)

L’inno del Regno Unito “God save the Queen” è l’inno nazionale più antico del mondo, in uso dal 1745. Utilizzato nel corso di 270 anni per salutare dieci diversi sovrani,  l’inno si contraddistingue per il suo testo  adattabile, a seconda che sul trono siedano un Re o una Regina: i cittadini britannici hanno cantato “God save the King” per un totale di 143 anni, mentre per 127 l’inno è stato “God save the Queen” (in occasione dei regni di Vittoria ed Elisabetta II). 

B, come Bahamas

Elisabetta II è Regina di 16 diversi stati, conosciuti come “Regni del Commonwealth” Oltre al Regno Unito, di Inghilterra, Scozia e Irlanda del Nord, Elisabetta regna su: Antigua e Barbuda, Australia, Bahamas, Barbados, Belize, Canada, Grenada, Giamaica, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Isole Salomone, St. Christopher e Nevis, St Lucia, St Vincent and the Grenadine e Tuvalu.



C, come “Crown Jewels”, i gioielli della Corona

I Gioielli della Corona sono i regalia indossati dal Sovrano del Regno Unito durante la cerimonia di Incoronazione e in altre occasioni ufficiali. Contrariamente a quanto in molti pensano, i Gioielli della Corona non appartengono alla Regina, ma al Regno. La Legge Britannica, pertanto, vieta a chiunque (anche alla Regina stessa) di portare i Gioielli della Corona al di fuori del suolo Britannico. Quando la Sovrana si reca all'estero in occasione di visite di stato all'estero, utilizza come segno della propria regalità i cosiddetti Gioielli della Regina (“Queen's Jewels”), distinti dai Gioielli della Corona e beni personali del regnante. 


D, come DEI GRATIA REGINA

Dei Gratia Regina” è un’espressione latina significante “Regina per Grazia di Dio”. Il titolo compare su tutte le monete britanniche e su quelle di alcuni stati del Commonwealth. La prima sovrana in assoluto ad usare tale dicitura fu Cristina di Svezia (1626-1689). Nel 1953, le prime monete recanti il ritratto di Elisabetta II recavano nella titolatura della Sovrana la dicitura Dei Gratia Britt Omn Regina(“Per Grazia di Dio, Regina di tutti i Britanni”). A partire dal 1954 l’iscrizione è stata abbreviata in vari modi, fino a giungere all'attuare D G Reg”.




E, come Elisabetta, il nome della Regina

Secondo una consuetudine già attestata nel Medioevo, molti monarchi, al momento dell’ascesa al trono, scelgono un “nome di regno” diverso dal quello di “battesimo”. Qualora il nome di regno sia stato già utilizzato da un precedente sovrano, ad esso si aggiunge un numero ordinale, per identificare in modo univoco il periodo in cui il monarca è sul trono. Ad esempio il vero nome della regina Vittoria era Alexandrina, Edoardo VII si chiamava Alberto, così come il padre dell’attuale Regina, battezzato Albert, sakì al trono come Giorgio VI. Quando, al momento della sua ascesa al trono (1952), venne chiesto a Elisabetta come intendesse essere chiamata da Regina, la risposta fu: "Oh, con il mio nome; che altro?". Al nome venne aggiunto il numerale II per distinguere la sovrana da Elisabetta I Tudor (1533-1603).


F, come FIDEI DEFENSOR 

Il titolo “Difenditrice della Fede" riflette il ruolo di Elisabetta quale capo della Chiesa d’Inghilterra. La titolatura in latino – Fidei Defensor – compare su tutte le monete del Regno Unito, abbreviata in F D o FID DEF. In molti altri stati del Commonwealth, dove la maggior parte della popolazione segue una differente confessione religiosa, il titolo di “Difenditrice della Fede” è omesso.

G, come Giarrettiera

No, non stiamo parlando della Regina in guêpière, ma del suo ruolo di Sovrano del Nobilissimo Ordine della Giarrettiera (The Most Noble Order of the Garter): il più antico ordine cavalleresco al mondo ed il più elevato del Regno Unito. L'ammissione all’ordine è riservata a non più di 24 membri, la cui scelta è di competenza esclusiva del Sovrano, contrariamente a quanto accade per altri ordini cavallereschi, nei quali il Sovrano in genere designa i membri su proposta, anche informale, del Primo Ministro. Oltre ai 24 membri ufficiali, altri membri possono essere ammessi all’Ordine. Si tratta in genere familiari del Sovrano oppure sovrani di stati stranieri. 
Data l'esclusività dell'Ordine, esso viene conferito solo a personalità che si siano distinte per altissimi meriti nel servire il Regno Unito. 




H, come “Her Majesty” e “Her Royal Highness” 

Al momento della nascita, nel 1926, Elisabetta ha ottenuto titolo di Altezza Reale. Terza in linea di successione al trono, la figlia di Alberto, Duca di York, veniva salutata Sua Altezza Reale, la Principessa Elisabetta di York. Quando, nel dicembre del 1936, Edoardo VIII abdicò, suo fratello Alberto di York – il padre dell’attuale Regina – salì al trono con il nome Giorgio VI. Da quel momento Elisabetta, erede presuntiva* al trono, portò il titolo Sua Altezza Reale, la Principessa Elisabetta. Dopo il matrimonio con Filippo (20 Novembre 1947) il titolo venne mutato in Sua Altezza Reale, la Principessa Elisabetta, Duchessa di Edimburgo. Il 6 Febbraio 1952, dal momento della morte di Giorgio VI, Elisabetta non portò più il titolo di Altezza Reale, sostituendolo con quello di Sua Maestà.  

*Elisabetta fu erede presuntiva e non erede apparente perché qualora il padre avesse generato un figlio maschio [dacché l’uomo è fertile fino alla morte], questi di diritto la avrebbe superata nella linea di successione.



Lo stemma utilizzato da Elisabetta come Principessa di York


I, come Isole Britanniche

Le Isole Britanniche includono la Gran Bretagna, l’Irlanda e più di seimila altre piccole isole. Due diversi stati si trovano in questo arcipelago: il Regno Unito e la Repubblica d’Irlanda. Le Isole Britanniche comprendono anche alcuni territori noti come “Dipendenze della Corona”: l’Isola di Man e le Isole del Canale. Questi territori indipendenti NON fanno parte del Regno Unito, ma riconoscono la Regina come Sovrano.

J, come Jersey (dove la Regina è chiamata Duca)


L’isola di Jersey è una delle Dipendenze della Corona Britannica: uno stato indipendente che riconosce Elisabetta II come sua Sovrana. Jersey e la vicina isola di Guernsey sono note come le “Isole del Canale”. Qui la Regina governa con il nome di “Duca di Normandia”, e in questi territori ci si riferisce alla Regina utilizzando termini al maschile.




K, come Koh-i-noor

Il “Koh-i-noor”, termine persiano che significa “Montagna di Luce”, è il nome di un prezioso diamante che appartenne a diversi sovrani Indù, Persiani e Indiani.
Giunto a Londra nel 1877, quando la Regina Vittoria fu proclamata Imperatrice dell’India, il diamante venne tagliato perché assumesse maggiore brillantezza. Il taglio fu progettato dal Principe Alberto, marito della Regina Vittoria. 

Secondo un’antica leggenda il Koh-i-noor porterebbe sfortuna se indossato da uomini, mentre assicurerebbe buona sorte ai proprietari di sesso femminile. Per questo motivo si decise di montare il diamante non nella corona del Sovrano, ma in quella della Regina Consorte. La Regina Elisabetta, che è Sovrana e non Regina Consorte non ha mai indossato la corona sulla quale è montato Koh-i-noor. L’ultima persona a sfoggiare il Koh-i-noor sulla corona è stata la Regina Madre. Verosimilmente la prossima sarà Camilla. 

Le corone delle Regine Consorti che hanno ospitato il Koh-i-noor (da sinistra): Corona della Regina Alessandra, moglie di Edoardo VII; Corona della Regina Mary, moglie di Giorgio V; Corona di Elisabetta, la Regina Madre, moglie di Giorgio VI.

L, come Lord of Man


L’isola di Man è una delle Dipendenze della Corona Britannica. La Regina Elisabetta governa questo territorio con il nome maschile di “Lord di Man”. Per questo motivo, sulle monete dell'Isola di Man, non compare la dicitura "Queen" o "Regina".
M, come Madre 

La Regina Elisabetta ha quattro figli (Carlo, Anna, Andrea, Edoardo), otto nipoti (William, Harry, Peter, Zara, Beatrice, Eugenia, Louise e James) e cinque pronipoti (George, Charlotte, Savannah, Isla, Mia Grace).

N, come Nazionalità 

La Regina non ha né nazionalità né passaporto. Dalla nascita fino all’ascesa al Trono, Elisabetta è stata una cittadina Britannica, essendo nata sul suolo del Regno Unito. Dopo l’incoronazione la Regina ha perso la cittadinanza: i cittadini britannici sono per definizione sudditi della Regina, che non può essere suddita di se stessa.



O, come Ordine della famiglia Reale

L' Ordine della famiglia Reale è un’ onorificenza conferita dal sovrano del Regno Unito ai membri di sesso femminile della propria famiglia. Si tratta di un riconoscimento personale e non di una decorazione di stato. Gli ordini familiari vengono portati appuntati alla spalla sinistra nelle occasioni formali. La Regina indossa i simboli di due Ordini: quelli di Giorgio V e di Giorgio VI.

L'Ordine familiare di Elisabetta II venne istituito nel 1953, anno dell'ascesa al trono della Regina. Ne sono state insignite: La Regina Mary (nonna della Regina); Elizabeth Bowes-Lyon (la Regina Madre); la Principessa Margaret (sorella di Elisabetta II); Mary Windsor (sorella di Giorgio VI), Alice, duchessa di Gloucester, zia di Elisabetta II; Marina di Grecia; Alice Maria di Sassonia-Coburgo-Gotha; Diana, principessa del Galles; la Principessa Anna (secondogenita di Elisabetta II); Camilla Shand, duchessa di Cornovaglia, Sophie Rhys-Jones, moglie di Edoardo, figlio di Elisabetta II; Brigitte, duchessa di Gloucester; Katherine, duchessa di Kent; Alexandra Windsor.

L'Ordine si presenta come un ritratto di Elisabetta II realizzato su avorio circondato da una cornice in argento e diamanti, portato su un nastro di seta gialla.




P, come Portrait (Ritratto)


L’immagine della Regina Elisabetta è il ritratto più noto e diffuso al mondo. In oltre 63 anni regno, l’effigie della Regina è comparsa su monete e banconote di 49 diverse nazioni. Per cinque volte la zecca reale britannica ha cambiato l’immagine della Sovrana presente sulle monete inglesi, per adattarla allo scorrere del tempo.




Q, come Queen (Regina) 

Il termine Regina - come il suo corrispettivo inglese "Queen" - ha un doppio significato. Indica infatti tanto un sovrano di sesso femminile che regna su uno stato per diritto di nascita (Regina regnate), quanto la moglie di un Re (Regina Consorte). Attualmente, in Europa, esistono solo due Regine regnanti: Elisabetta II e Margherita di Danimarca.

R, come Regina Madre 

"Regina Madre" è il titolo riconosciuto a una Regina vedova il cui figlio o figlia (nato/a dal matrimonio col Re defunto) sia il monarca regnante. Non sempre la madre del sovrano in carica può fregiarsi di tale titolo. Ad esmpio la madre della Regina Vittoria (che ereditò il trono dallo zio e non dal padre) non fu mai Regina Madre, poichè il marito non fu mai Re.

S, come Stelle d'Africa 

Le Stelle d’Africa sono due gemme intagliate nel Diamante Cullinan: il più grande diamante rozzo mai trovato nella storia. La gemma di dimensioni maggiori, nota come “La prima Stella d’Africa”, o Cullinan I, è montata nello scettro della Regina. La “Seconda Stella d’Africa” o  Cullinan II, è invece collocata sulla fronte della Corona di Stato.





T, come Tiara

Dal momento che, fatta eccezione per il Regno Unito, nessuno degli altri Regni del Commonwealth possiede propri Gioielli della Corona, quando Elisabetta si reca in visita ufficiale in uno di essi, spesso utilizza come segno della propria regalità una delle tiare facenti parte dei Queen's Jewels (distinti dai Gioielli della Corona e beni personali del regnante). 



Fra le tiare più utilizzate da Elisabetta II figura la Vladimir Tiara, già appartenuta alla Granduchessa Elena Vladimirova e acquistata nel 1921 dalla Regina Mary. Una peculiarità di questa tiara è rappresentata dal fatto che le sue perle pendenti possono essere sostituite con smeraldi.


U, come Unicorno 

L'unicorno è, insieme al leone, uno dei due 'supporters' che sostengono lo stemma della Regina. La posizione dei due animali ai lati dello stemma varia a seconda che la Sovrana si trovi in Inghilterra o in Scozia. 

A sinistra, lo stremma utilizzato da Elisabetta II in Inghilterra, a destra lo stemma utilizzato dalla Sovrana in Scozia.

V, come Victoria 


Il 9 settembre 2015, data di pubblicazione di questo post, Elisabetta II ha battuto il record detenuto dalla sua trisnonna paterna, la Regina Vittoria, che ha regnato per 63 anni, 7 mesi e due giorni. Il calcolo della data non è stato semplice: si è infatti dovuto fare il conto degli anni bisestili. Inoltre non è stato possibile individuare con esattezza il momento del sorpasso, dal momento che non si conosce con precisione l'ora della morte di Giorgio VI, istante che segnò l'inizio del Regno di Elisabetta II.


W, come William 

Il Principe William, Duca di Cambridge e nipote della Regina Elisabetta è, al momento, secondo in linea di successione al trono, ma la longevità della nonna potrebbe giocare qualche scherzo alla linea di successione.



Y, come “Your Majesty”


La forma per rivolgersi alla Regina è “Your Majesty”, “Vostra Maestà”. I verbi usati con questo pronome si coniugano alla terza persona singolare. La Regina parla di sé usando il plurale. 


X, come Xmas Message, il discorso natalizio della Regina 

Dal 1932 ogni anno il Sovrano trasmette un messaggio natalizio a tutti i Reami del Commonwealth. Il primo messaggio di Elisabetta andò in onda nel 1952, via radio. Nel 1957 la Regina apparve nel primo messaggio natalizio trasmesso in televisione.

Z, come Zara

Zara Phillips, figlia della  Principessa Anna, è la più anziana nipote della Regina Elisabetta. Priva di titoli nobiliari per scelta materna, è spesso indicata come la nipote preferita della Sovrana. Con la nonna condivide la passione per i cavalli. Zara è stata medaglia d’argento alle olimpiadi di Londra nel 2012.


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